Ho visto La Stanza di Stefano Lodovichi lo scorso mese di Gennaio, nel pieno della seconda ondata pandemica. Il film è uscito su #AmazonPrimeVideo e sinceramente non avrei creduto di poterlo guardare in quel particolare momento, considerato il genere, "un thriller psicologico con sfumature horror" come lo ha definito il suo autore, genere che guardo con moderazione e sempre con un po di timore.
Mi sono quindi fatta forza, sarà forse stato il bisogno di esorcizzare la paura, con la quale ormai è da più di un anno che siamo costretti a convivere, ma dopo essere sopravvissuta alla visione de La Stanza
( tranquilli, sto scherzando..) i pensieri che seguono sono stati e rimangono la mia personale interpretazione del lavoro di Stefano Lodovichi, un giovane regista Italiano che ha reso il set un ambiente claustrofofico al punto tale, da fornire allo spettatore che lo avesse voluto, comunque una chiave di lettura della storia, alla fine... ma proprio alla fine fine.. positiva ( non ci credete?), direi di riscatto del personaggio di Stella, interpretato dalla brava Camilla Filippi.
Ecco, secondo me, come sono andate le cose.. non vedete l'ora di saperlo, vero? Eccovi subito accontentati..
Tutto quello che accade nel film, tra la prima scena - Stella sul parapetto di una finestra in procinto di buttarsi di sotto - e la scena finale - dove Stella e suo figlio Giulio escono insieme dalla stanza.. praticamente l'intero film - si svolge nella mente e nella (in)coscenza di Stella. Stella è una donna insicura e una madre inadeguata, che ha deciso di proteggere il figlio dalla pesante e triste quotidianità coniugale – la vita – rinchiudendolo in una stanza, dove è sicura che nessuno potrà mai fargli del male ( questo è stato secondo me l'aspetto davvero horror di tutta la storia...). Non riuscendo più a sopportare il peso della sua esistenza e di come questo condiziona la persona per lei più importante della sua vita, Giulio, Stella decide di suicidarsi.. per punire se stessa e liberarsi finalmente dalle sue paure, dalle sue frustrazioni, dalla sua inadeguatezza e per punire il marito che si è fatto un’altra famiglia. Ma mentre è in procinto di buttarsi dalla finestra, proprio quell'attimo prima di abbandonarsi nel vuoto - scossa dal suono insistente del campanello della porta di casa, che consentirà il palesarsi di un Giulio adulto, interpretato da un inquietante Guido Caprino - riesce a vedere e immagina, come in un processo di trasposizione inconsapevole, quello che sarebbe accaduto dopo la sua morte, le conseguenze devastanti del suo folle gesto, conseguenze che avrebbero segnato per sempre l'esistenza della persona che ama più di ogni altra al mondo, suo figlio.
Tutto questo fa molto rumore agli occhi di chi guarda – uno spettatore attento ha la possibilità, guardando il film, di sentire ed essere scosso da tutto il "rumore" causato da un groviglio di sentimenti cosi forti e stati d'animo contrastanti, che alimentano una tensione costante e spesso violenta, durante lo scorrere lento del film.
E' proprio tutto questo "rumore" che distoglie Stella dal perseguire il suo gesto e che, svegliata dal suo stato di tranfert , la fa correre disperatamete verso la stanza di Guilio, suo figlio… per liberarlo e abbracciarlo per la prima volta, rassicurandolo ” E’ tutta colpa mia, mi dispiace così tanto. Ti voglio bene..hai capito che ti voglio un bene infinito..” e improvvisamente non c'è più nessun rumore e insieme, senza alcun timore escono da quella stanza, incontro alla loro vita.
#LaStanza regia di #StefanoLodovichi con #GuidoCaprino #CamillaFilippi immensa e #EdoardoPesce
Stefano Lodovichi: La Stanza è un thriller psicologico con sfumature horror che si muove su rapporti ed equilibri famigliari delicati che vanno a svelare e rivelare, minuto dopo minuto, novità e colpi di scena. Difficile non spoilerare raccontando intenti e necessità che stanno alla base della scrittura di questo film ma molto del cuore de La Stanza è racchiuso nel suo finale.
Cosa ne pensate di questa recensione?